venerdì , 14 Febbraio 2025

Pietro Grossi | Concerto on GE-115 Computer 1967

Dopo il diploma in violoncello al Conservatorio di Bologna nel 1936 vince il concorso per il posto di primo violoncello nell’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino dove rimarrà fino al 1966. Nel 1941 si diploma in composizione e scrive le prime composizioni per orchestra e musica da camera.

Nel 1956 vince il concorso per la cattedra di violoncello presso il conservatorio di Musica di Firenze,[2] cattedra che ricopre per quarant’anni.

Ma è nel decennio tra il 1960 e 1970 che Grossi aderisce in modo incondizionato alla produzione del suono artificiale. Nel 1961 promuove a Firenze l’Associazione Vita Musicale Contemporanea. L’associazione, da lui diretta, dà vita a cicli di concerti che si svolgono ogni anno fino al 1967. L’anno successivo avvengono i suoi primi contatti con i calcolatori. Sempre nel 1962 esegue un concerto nel Cortile di Palazzo Ducale (Venezia) un concerto di Leonardo Leo diretto da Claudio Abbado per il Teatro La Fenice.

Nel 1963 fonda con mezzi propri lo studio di Fonologia Musicale di Firenze S 2F M uno dei primi al mondo, e nel 1965 ottiene l’istituzione della prima cattedra in Italia di musica elettronica presso il Conservatorio di Firenze (nel 1984 otterrà quella di informatica musicale). Compie la prima esperienza di computer music nel 1967 facendo suonare con schede perforate un gigantesco computer il Quinto Capriccio di Paganini[3] alla perfezione presso la Olivetti General Electric a Pregnana Milanese e promuove l’istituzione della Divisione di Informatica Musicale al CNUCE, istituto pisano del CNR.

Nel 1968 organizza per il XXXI Maggio Musicale fiorentino il primo Convegno Internazionale dei Centri Sperimentali di Musica Elettronica. Nel 1970 compie la prima esperienza di telematica musicale, forse il primo audio streaming della storia tra Rimini e Pisa[4] e presenta programmi di computer music al Festival di Musica Contemporanea di Venezia.

Nel 1975 viene terminata la costruzione del TAU2, sistema di sintesi del suono creato per lui a Pisa presso l’istituto di Elaborazione dell’Informazione del C.N.R. con il TAU2 Grossi costituisce presso il CNUCE un ricco archivio musicale. Nel 1980 comincia ad utilizzare il sistema di sintesi del suono IRMUS, realizzato per lui presso l’Istituto di Ricerca sulle Onde Elettromagnetiche del CNR di Firenze

A partire dagli anni ottanta collaborano con lui una serie di compositori dell’area fiorentina tra cui, prima Albert Mayr e poi Lelio Camilleri e Francesco Giomi. Nel 1984 promuove presso il conservatorio di Firenze il primo corso di Informatica Musicale.

Dal 1986 allarga la sua sperimentazione all’immagine in particolare alla computer grafica[5] scrivendo programmi dotati di autodecisionalità, ed elabora il concetto di Homeart[6] “arte creata da e per se stessi, estemporanea effimera, oltre la sfera del giudizio altrui”.

Immagine dalla HomeArt

Dal 1996 l’affermazione di Internet rappresenta la definitiva occasione di vedere realizzare molte delle cose che aveva anticipato, come la caduta dell’idea di un personale e unico possesso della creatività. Collabora con Sergio Maltagliati,[7] compositore e programmatore attivo nel campo dell’arte digitale e computer music nel 1997 alla ideazione e realizzazione del lavoro multimediale collettivo on line netOper@, un’opera esposta a una continua trasformazione grazie ai contributi che, via Internet ha ricevuto dai più di trenta (net) artisti coinvolti.[8] Con netOper@, Grossi concretizza le sue ricerche, da sempre accompagnate dall’idea che l’opera è per lui il frutto di collaborazione, è comunitaria. L’opera nasce dalla collaborazione e dalla cooperazione. La prima performance è avvenuta nella sua casa studio di Firenze, lo stesso luogo dove nel 1963 aveva realizzato lo studio S 2F M. Rimarrà invece incompiuta NeXtOper@, progetto di integrare nuovi mass media, come il telefono cellulare e il GPS.

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